venerdì, luglio 07, 2006

banlieue

IL REPORTAGE
Slogan in codice alle radio, messaggi sms e sui centralini pubblici confermano l'allarme - La parola d'ordine di queste ore è diventata "mimetismo" - "Andiamo in centro nel cuore del nemico" - In tutta la Francia un cupo tam tam di minacce dal nostro inviato LEONARDO COEN

"NIKE ta mère". Fottiti. Inutile insistere, chiedere: allora, è vero che andate a Parigi, domani per dimostrare contro Sarkozy? Risposta: "Nike ta mère". Meglio lasciar perdere. Il ragazzo d'origine magrebina allunga il passo, tira su la clip del giubbotto scuro, sparisce. Stanotte Marsiglia è relativamente quieta. Le sirene dei "batar keuf", i poliziotti bastardi (la lingua banlieue è quasi fonetica) si sentono poco. I racailles delle miserabili periferie marsigliesi sono rimasti a casa. Dicono invece che qualcosa abbiano fatto a Juan les Pins e a Nizza. Anche a Tolosa, vetture bruciate nel quartiere del Mirail. A Bordeaux hanno bruciato sette auto della polizia. A Lille stessa solfa. I bollettini sono reticenti, in fatto di numeri. Radio e tv vogliono evitare che certe notizie incitino ai disordini. Radio Soleil, la più diffusa emittente (c'è anche a Parigi) diretta ai francesi di origine magrebina e agli immigrati di origine araba, trasmette su 89,7 in arabo, molto, e poco in francese. Stanotte musica, più del solito. Pubblicità. Dunque, è difficile capire se è vero che si sta preparando l'invasione dei barbari a Parigi, come temono invece le autorità che hanno dato l'allarme. Gli uomini dell'OCLCTIC hanno intercettato messaggi "inequivocabili". La sigla è l'acronimo dell'ufficio centrale per la lotta contro la criminalità legata alla tecnologia di informazione e comunicazione e dipende dalla procura di Parigi. E' il segreto di Pulcinella. Lo sanno tutti che la rivolta corre su Internet e che i rivoltosi si scambiano messaggi coi telefonini: gli indiani metropolitani delle periferie lanciano così i loro segnali di guerra, non gli importa nulla se glieli scoprono, anzi, questo rende la loro ribellione ancor più audace.
I poliziotti ranger li intercettano e decifrano il tam tam. Sms come appelli alla battaglia, alla violenza, alla sfida. L'odio sociale, qualcuno di loro lo scrive, segno che questa guerriglia contro l'esclusione e l'oblìo non nasce per caso. Sms, dunque. Per esempio, tra i più gettonati e i più inquietanti: "On va bruler Paname!". Lo gridavano i pirati dei Caraibi, solo che la Panama dell'anno 2005 è la Parigi di Sarkozy, il viceré di Chirac. "Va leur foutre le feu", e qui l'interpretazione è una e basta: andiamo a fregargli il fuoco, cioè le armi, ai flic, gli agenti di polizia. Si usa il lessico " texto", si indica il programma di massima della campagna di lotta: "On va dans le centre de Paris que tout-le monde prend peur"., l'obiettivo è chiaro, andiamo dritti nel cuore del nemico, nella città dei ricchi, mostriamogli che usciamo dai ghetti, portiamo la banlieue in centro: agli Champs Elysées, alla Bastille, a République, a' l'Arc du Triomphe, alle Halles. Tutti gli indirizzi corrispondono alle fermate del metrò. Più difficile intercettare i messaggi vocali delle segreterie telefoniche: la polizia teme che siano quelli "veri", e che i "casseurs" utilizzino cabine telefoniche pubbliche o telefoni normali. Tra gli analisti della sicurezza francese c'è il dubbio che tutto questo fiorire di messaggi che istigano a colpire la polizia e incitano a calare sulla capitale dalle "periferie della periferia", ossia dal resto della Francia, sia soltanto una gigantesca presa in giro, un modo per mandare in fibrillazione l'apparato preventivo e per tenerlo sempre sotto pressione. Una provocazione, per spaventare l'opinione pubblica. Quella che al 73 per cento ha approvato il coprifuoco nelle città a rischio. Una strategia unica, dietro tutto ciò? O un fenomeno spontaneo di cybernautica che si è autoalimentato grazie ai contatti web e al passaparola? Il sito bouna93skyblog era nato inizialmente come blog in memoria di Bouna Traoré e Zyed Benna, i due giovani morti folgorati dopo essersi rifugiati in una centralina elettrica. In dodici giorni ha accumulato la bellezza di 3,2milioni di pagine web ma era anche diventato un luogo virtuale dove coltivare rabbia e violenza. E' stato blindato. Stessa sorte per molti altri indirizzi sospetti, specie quelli che fanno capo a Dj, rappers. Le cercledurap è stato disattivato perché non garantiva le condizioni di utilizzo prescritte dal master skyblog. A Marsiglia, capitale della musica rai e del rap estremo, i ribelli delle periferie preferiscono essere chiamati lascar: el askar in arabo-persiano significa militare, perciò loro si vedono come soldati della banlieue che si suppone debbano essere coraggiosi e decisi. Sapendo di non poter competere con la polizia, usano l'astuzia dei poveri e degli emarginati, giocano come il topo col gatto. In senso autoironico, gli arabi di questi immensi falansteri (la periferia di Marsiglia sa essere orribile e drammatica) si definiscono "rat" (in francese, appunto, topo). Solo che il significato è sostanzialmente diverso: rat come gente che è rampante, che vuole invadere la società. Il gergo è fondamentale. E' come una password esistenziale. Non a caso, per cercare di capire quel che succede bisogna innanzitutto capire la lingua della periferia. In queste ultime ore la parola che sta tracimando dal fiume della ribellione è "mimetismo". Rinserrare i ranghi, ripiegare e confondersi nei quartieri. Aspettare. Per poi colpire ancora. Di nuovo. Tanto, che c'è da perdere? Ed è curioso vedere che i focolai della ribellione più irriducibile non siano attorno a Parigi, bensì in città come Lille - tradizionale bastione dell'islamismo più radicale. O Tolosa, Saint-Etienne, Lione, Mulhouse, Strasburgo, Nizza. Città industriali o, come Nizza, capitale della Costa Azzurra, città dove i contrasti sociali sono enormi, insopportabili. E dove la ribellione è quotidiana. Ma da anni.
(12 novembre 2005)


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