martedì, luglio 11, 2006

ETNOGRAFIA URBANA

MODI D'USO E PRATICHE DELLO SPAZIO
Maria Pia Pozzato e Cristina Demaria (pubblicazione in rete 21 marzo 2006)

L’atelier “Etnografia urbana: modi d’uso e pratiche dello spazio” ha accolto lavori e progetti tra loro in realtà molto differenti: da una rilettura semiotica di New Babylon, città immaginata negli anni Sessanta dagli architetti e dagli artisti del movimento dell’Internazionale Situazionista, alle immagini e ai mosaici delle città che dominano gli schermi dell’installazione Cosmopolis dell’algerino Maurice Benayoun, fino alle città da ri-immaginare a partire dalla percezione delle loro zone di degrado. Ne è emerso un percorso composito che ha collegato esempi di progettazione artistica e urbanistica a osservazioni ‘partecipanti’ sul modo in cui alcuni centri urbani vengono usati, come nel caso di Firenze, città d’arte i cui spazi pubblici si trasformano sempre di più in spazi privati che i turisti si trovano a dover ‘acquistare’ insieme ai loro souvenirs. Vorremmo provare a ripercorrere le indicazioni più interessanti emerse nell’atelier dividendole in tre grandi aree tematiche: città ideali e virtuali, effettive pratiche di uso e di progettazione e, infine, percezioni della città e della sua sicurezza, delle sue zone di esclusione e inclusione.

1. città ideali/città virtuali
2. la città nelle pratiche d'uso e di progettazione
3. il degrado e il controllo
4. sociologi e antropologi di fronte alla città
5. verso un'etnografia semiotica della città: l'immagine della città di Kevin Lynch
6. semiotica e antropologia urbana: Ulf Hannerz